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La cittą di Bivongi in provincia di Reggio Calabria

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La cittą di Bivongi

L’abitato è situato in una verde conca, attraversato dalle fiumare Melodari e Stilaro .La cultura, la storia, di questo borgo è legata alla civiltà Magno-Greca.
L’antico nome di Bivongi: Boubukes, ‘luogo dove si coltiva il baco da seta, conserva il ricordo della produzione della seta.
L’attività mineraria e metallurgica fino al 1943 è stata favorita dall’abbondanza di minerali nel sottosuolo.


la cittą di bivongi

Altre informazioni

Oltre ai frantoi, le concerie, i mulini ad acqua, è interessante la risalita del fiume Stilaro, dove si incontrano la ‘laveria’ impianto per la lavorazione della molibdenite, monerale impiegato per la lavorazione di leghe speciali di acciaio, poi la centrale idroelettrica la quale forniva al borgo l’energia elettrica, le terme ‘Bagni di Guida’, e infine la cascata del Marmarico, alta circa 100 metri.
Suggestivo il suo centro storico, un intreccio di viuzze. E’ possibile visitare il Museo etnografico A Lumera, il Museo dell’Emigrazioni Calabrese.
Meravigliosa la chiesa di San Giovanni Theristis, annessa ad un monastero del X secolo.
Esempio di architettura bizantino-normanna, è il primo monastero in Italia di rito greco-ortodosso, ad essere ricostituito secondo le antiche regole.
La Basilica dopo nove secoli di abbandono è di nuovo sede di culto per il ritorno dei monaci greco-ortodossi del monte Athos.
A navata unica con coro tripartito, caratterizzata da una cupola centrale e da una terminazione triabsidata, con abside centrale sporgente.
Sulle pareti laterali troviamo degli affreschi, e nel braccio di sinistra un’icona di San Giovanni che risale al 400. Gli elementi della chiesa rappresentano stili bizantini, romani, islamici, evidenti gli stretti rapporti in età normanna tra Calabria e Sicilia orientale.
All’inizio del restauro della chiesa , sono state condotte delle ricerche archeologiche, le quali hanno stabilito con certezza la preesistenza dell’atrio, e di individuare alcune sepolture all’età bizantina.
L’atrio, utilizzato come ambiente funerario, ha uno zoccolo in muratura ornato con fasce rosse.
La seconda metà della chiesa è fatta risalire all’età normanna.



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